Mi hai vista arrivare e partire con un viaggio andata-ritorno da 20 euro ed uno zainetto così pieno che aspettava solo il momento giusto per esplodere. Per fortuna è ancora integro e non c’è stata alcuna eruzione di vestiario. Presentandomi alla tua porta, ho avuto la sensazione di aver dato due strette di mano a due facce di te completamente opposte: una ombrosa e diffidente rispetto a qualsiasi evento le si presenti davanti, e un’altra splendida e sfarzosa, nella sua veste di calde luci serali.
Mentirei se dicessi di essermi innamorata di te: non mi hai convinta totalmente, ma ti ringrazio per aver ospitato una breve ed euforica fuga dalla routine, insieme a compagni di viaggio così diversi tra loro.
Hai soffiato il tuo vento gelido sui nostri visi, o almeno sui pezzi che rimanevano scoperti e non si nascondevano sotto il capello e la sciarpa. Hai colorato il cielo delle 5 di pomeriggio di rosa ed azzurro, incorniciando il tuo Danubio che sembra scorrere senza sosta, mentre traghetti a forma di autobus trasportano la gente da una sponda all’altra. A dir la verità, optando per quest’alternativa ci saremmo risparmiati tante ore di gambe indolenzite e piedi doloranti per raggiungere l’altro lato del fiume.
Hai visto le nostre mani toccare in modo superstizioso piccole parti delle tue statue, nèi di una pelle secca come la tua. Hai ridacchiato quando siamo andati fuori di testa e abbiamo sfiorato la rissa per il relativismo dei gusti alimentari.
Ti sei compiaciuta di te stessa quando abbiamo apprezzato il tuo sapore di caldo Trdelník alla cannella e ti sei amareggiata quando il tuo Langos con 8 kg di formaggio ci è rimasto sullo stomaco. Ma non ti preoccupare, non lo riprenderemo più.
A urla di “daje capitano” ti abbiamo scoperta in tutti i tuoi particolari, anche ricoperta di un sottile strato di neve dalla vita brevissima.
Abbiamo ballato, riso e scherzato per poi ritrovarci di fronte a una pizza-non-pizza delle tre di notte che avrebbe dovuto scaldare il nostro corpo un po’ troppo scoperto (spoiler: non ha scaldato proprio nulla dato che ci siamo tutti ammalati).
Ci hai fatto percorrere i 120 gradini del tuo Parlamento, notare come il 96 fosse un suo numero ricorrente e irritare per colpa di un’audioguida non funzionante.
Sei stata un viaggio intenso, pieno di felicità e nuove scoperte, lasciando, come d’altra parte fanno tutti i viaggi, un’orma che non si cancella, ma che si deve sempre tenere bene a mente. Chissà se anche noi siamo riusciti a lasciarti in eredità le nostre strane faccine sorridenti (alcune più di altre).
In ogni caso, qualora ti servisse, so mettermi perfettamente nei panni minacciosi di un bodyguard per bambini: non esitare a chiamarmi se ti serve una mano.